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Another Code: Recollection • Recensione Nintendo Switch

Arriva "Another Code: Recollection", uno splendido remake di due importanti titoli che vantano quasi 20 anni alle loro spalle. Lasciati guidare da Ashley, alla scoperta di quella memoria che non si lascerà dimenticare.

Trama e narrativa - 9
Gameplay - 7
Comparto estetico - 8
Comparto tecnico - 7
Comparto audio - 7

7.6

Altro gioiello di casa Nintendo, Another Code: Recollection ci ripropone due grandi titoli in un'ottica nuova e avvincente che merita di essere vissuta.

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Dopo il remake del titolo RPG di Mario (che abbiamo meticolosamente analizzato nella nostra recensione di Super Mario RPG), la Nintendo osa di nuovo rilasciando un secondo remake a pochi mesi di distanza. Ma questa volta punta a un gioco definito “per pochi”, vecchio di 19 anni che non può di certo vantare la fama e il seguito di Mario.

Stiamo parlando di Another Code: Recollection, che al suo interno ci offre Another Code: Two Memories, uscito nel 2005, e Another Code: R Viaggio al confine della memoria, del più recente 2009. Il risultato? La dimostrazione incontrovertibile che un gioco può rimanere un capolavoro anche a decenni di distanza e indipendentemente da quanti players ha visto sedersi dall’altro lato dello schermo.

Perché? Perché ci vuole talento per emozionare così tante generazioni e soprattutto ci vuole maestria per lasciar dentro quel senso di vuoto non appena raggiungi i titoli di coda. Quando li vedi scorrere e pensi di volerne ancora. Non importa quanto tu possa conoscere già la storia, non importa quanto, nonostante gli adattamenti, tu ricorda perfettamente cosa si celi dietro le porte che stai per aprire.

Un vero remake è quello che non serve a farti vedere meno pixel, un vero remake è quello che sa trasformare il prevedibile in famigliare. Quello che dai primi istanti di gioco ti fa sentire a casa.

La memoria che non si lascia dimenticare

Another Code - Introduzione

Era il 2005 la prima volta che abbiamo conosciuto Ashley Mizuki Robinis in Another Code: Two Memories. Eh si, 19 anni fa. Tutti noi che possiamo vantare di averlo giocato all’epoca, a pochi giorni dall’uscita, probabilmente oggi ci sentiremo un po’ “vintage”. Another Codes: R viaggio al confine della memoria arrivò invece nel 2009, ma questo non migliora la situazione. Noi pezzi d’antiquariato eravamo anche lì.

Il primo capitolo usci per la Nintendo DS, mentre il secondo l’abbiamo visto comparire sulle nostre console Nintendo Wii. Niente che oggi ci sembri reggere il confronto con quella che abbiamo imparato a conoscere come “New Generation“. Questa Recollection, infatti, è stata riadattata su quelli che sono i nuovi canoni della Nintendo Switch, che ad oggi sovrasta di gran lunga i suoi predecessori e che ha chiaramente saputo mettere a frutto gli insegnamenti che hanno lasciato in eredità.

Vediamo insieme se questi passi avanti sono valsi la pena di essere percorsi o se era meglio lasciare nel cassetto un gioco che aveva ormai fatto il suo tempo.

Another Code: Recollection • Trama e narrativa

Another Code - Trama e Narrativa

Analizzare trama e narrativa di questa Recollection ci porta davanti ad un bivio: da un lato troviamo il primo capitolo, intenso, misterioso ed accattivante, dall’altro il secondo, molto meno avvincente ed appassionante. Giocati insieme, senza interruzioni e senza anni di mezzo a separarci da quel pathos, la battuta d’arresto si percepisce in maniera incontrovertibile.

Another Code: Two memories ci mostrerà Ashley alla ricerca di suo padre, scomparso quando lei aveva solo due anni. Ci farà vivere il profondo dolore lasciato da un grande lutto, ma ci vedrà anche accompagnati da un inaspettato amico, un fantasma di nome D, il quale si farà cardine di tutti i nostri ricordi. Ashley e D si ritroveranno infatti a scoprirsi e riscoprirsi, dovranno conoscersi reciprocamente ed imparare a conoscere, soprattutto, se stessi.

La loro amicizia diventerà l’unico strumento per recuperare memorie perdute e tutti quei tasselli persi negli anni, quegli scheletri nascosti in profondità dentro i loro cuori per poter sopravvivere al dolore. Tutto contornato da un nemico mosso solo da avidità ed egoismo, ma il perché lo lasceremo scoprire a te.

Tutto il gioco si basa infatti sul mistero ed è coronato da molti colpi di scena che accompagnano tutto lo storytelling, rendendolo intrigante e commovente. Ma qual è il punto? La trama, come si evince già dal titolo scelto dalla casa produttrice, si sviluppa intorno ad una delle più grandi chimere della storia umana: il desiderio di poter avere un ruolo di dominio su quei ricordi già scritti e ormai parte di noi.

Si arriva poi al secondo capitolo, molto meno coinvolgente del suo predecessore. Quest’ultimo infatti sembra quasi un disperato tentativo di voler allungare una storia già finita e completa. La trama risulta piatta e prevedibile e le meccaniche di gioco estremamente limitate se si è appena passati per Two Memories. Il gioco è una vera e propria avventura grafica, come del resto il suo predecessore, lasciando però troppo poco spazio al gameplay. Fortissimo punto a sfavore è proprio il fatto che nemmeno la trama risulta meritevole di essere seguita.

Se il primo capitolo si lascia vivere tutto d’un fiato, questo sa farsi monotono e ripetitivo.

Ashley si troverà ancora faccia a faccia con un lutto, che già nel primo capito aveva affrontato, dovrà ancora una volta comprendere il perché dietro le sparizioni di suo padre e dovrà, nuovamente, aiutare un ragazzo solo e sperduto a ritrovare se stesso.

Probabilmente era il caso di fermarsi molto prima.

Another Code: Recollection • Gameplay

Another Code - Gameplay

Tutta la Recollection è impostata di modo tale che non potrai accedere al secondo titolo se non avrai portato a termine il primo. Il gamaplay si presenta comunque estremamente rinnovato e adattato a quelle che sono le nuove richieste dei giocatori, il che ha sicuramente attenuato l’impatto temporale che ci separa dagli originali.

Prima di cominciare, saranno diverse le impostazioni che ti si dispiegheranno davanti e che ti permetteranno di modellare l’avventura secondo le tue modalità di gioco preferite. La componente più intrigante è sicuramente quella dell’inserimento della localizzazione interamente in Giapponese. Ci sarà ovviamente la possibilità di usufruire dei sottotitoli, ma l’alternativa audio sarà solo l’inglese.

Ci sarà anche la possibilità di usufruire di alcuni aiuti, come un’indicatore che ti aiuterà ad individuare più facilmente gli indizi in modo da non perdere niente. Nel caso in cui invece fossi un amante delle esplorazioni e dei misteri, questa funzionalità sarà facilmente eliminabile.

Una volta superati questi inevitabili step iniziali, ci si immergerà finalmente in un gioco completamente ristrutturato e rimodernato. Non aspettarti una fedeltà in scala 1:1 nel gameplay, perché la Nintendo ci ha tenuto a metterci del suo, pur lasciando inalterata la trama.

Ci saranno infatti diverse modifiche a quelli che sono, ad esempio, l’ordine degli eventi, le peculiarità di alcuni accadimenti, nonché lo sviluppo di alcuni dialoghi che si faranno più fluidi e mirati. Non che ci dispiaccia, in quanto i giochi sono stati così snelliti del superfluo e riadattatati di modo da conservare la caratteristica intrigante voluta fin dal principio.

Anche qui manterrai il controllo completo di Ashley e avrai la possibilità di esplorare il mondo di gioco (seppur nei limiti di quelle che sono le peculiarità delle Visual Novel). Inoltre il nostro principale alleato in entrambe le avventure sarà un misterioso dispositivo chiamato DAS (Dual Another System), che sicuramente ricorderai se hai già giocato i titoli originali. Grazie a questa risorsa, sarà possibile analizzare gli indizi, tener traccia delle ramificazioni dei vari personaggi incontrati e scattare foto.

Piccola chicca regalataci dalla Nintendo si nasconde proprio dietro il riadattamento del DAS. Infatti questo oggetto aveva sempre emulato la console di riferimento (all’epoca dunque la Nintendo DS), mentre questa volta, in virtù del cambio generazionale, prenderà le forme e le caratteristiche di una Nintendo Switch.

Come sappiamo, un importante elemento di questi titoli si può riscontrare nella forte presenza di enigmi. Nelle prime versioni li avevamo trovati estremamente intriganti, soprattutto perché mettevano alla prova degli elementi estremamente nuovi per l’epoca, come ad esempio l’uso del Touch Screen. In questo remake gli enigmi sono stati tuttavia rivisitati da zero. Ritroverai si un po’ quell’aura famigliare dei primi titoli, tuttavia essi non saranno gli stessi. Quel che è stato deludente in tal senso è stato proprio l’aver perso quel cardine di curiosità basato sull’innovazione; non ci sarà un’ondata d’aria fresca questa volta.

L’impostazione del gamplay lascia quindi un po’ a desiderare, tornando a farci ripetere che la salvezza di Another Code è sicuramente tutta riposta nel comparto narrativo.

Another Code: Recollection • Comparto estetico

Another Code - Comparto Esterico

L’estetica di entrambi i capitoli ha puntato in alto, è stata curata nei minimi dettagli e si pone al di sopra persino di molti giochi moderni a marchio Nintendo. Le ambientazioni sono stilisticamente accattivanti e i giochi di luce ci fanno avvolgere dalla trama quasi come se le emozioni penetrassero attraverso i fasci di luce.

I colori sono caldi e sgargianti e rendono il divario con le versioni originali immenso. Il salto di qualità ci permettere di contare, una per una, le generazioni intercorse dal 2009 ad oggi.

La rivisitazione grafica si percepisce poi anche nelle piccolezze come la resa dei dialoghi. Questa volta infatti vedremo interfacciarsi i personaggi sulle schermo uno accanto all’altro, seguendo a pieno le conversazioni.

Possiamo dire, con discreto ardimento, che la resa visiva aiuta il successo di questo remake e ha saputo portare questo titolo, nonché la stessa Nintendo, ad un altro livello.

Another Code: Recollection • Comparto tecnico

Entrambi i giochi scorrono fluidi e non mostrano grandi problemi tecnici. Ovviamente gran parte del merito va al progresso tecnologico che ci separa dal nostro amato Nintendo DS e dalla successiva Wii, ma la semplicità tecnica di Another Code permette di godersi un gameplay senza interruzioni né grandi bug. La sua semplicità non è sicuramente un demerito, in quanto consente di ritrovarsi in un’ambiente famigliare dove possiamo concederci completamente alla trama.

Ovviamente non mancheranno i nostri amati glitch, ma sapranno passare in secondo piano. Anche le impostazioni dell’interfaccia grafica ci verranno in soccorso, permettendoci di adattare con estrema facilità il gioco alle nostre modalità d’uso.

Se avevi amato questi titoli nel lontano 2009, qui riscoprirai il piacere di un gamplay senza interruzioni.

Another Code: Recollection • Comparto audio

Another Code - Comparto Sonoro

Tratto distintivo di questa Recollection è senza dubbio il perfetto doppiaggio. E’ infatti presente la possibilità di godere dei giochi sia in lingua inglese che giapponese. Dialoghi e localizzazione sono stati portati avanti in maniera impeccabile e non si riscontrano errori, né tantomeno grandi difformità narrative.

Il suono risulta pulito, anche grazie all’utilizzo di doppiatori molto capaci. Non è infatti difficile seguire i personaggi durante i dialoghi, laddove si conosca un minimo la lingua, o distinguere i momenti dialogici laddove la nostra conoscenza dovesse essere rudimentale.

Le musiche di accompagnamento sono ovviamente scarne, ma comunque fedeli all’originale e ripulite da eventuali sbavature sonore dovute comunque ad una tecnologia vecchia di 19 anni.

Dal punto di vista del comparto sonoro non c’è pertanto niente da rimproverare alla nostra cara Nintendo.

Another Code: Recollection • Verdetto

Another Code - Verdetto

Forse non è un’opinione condivisibile, ma quello che sa lasciarti dentro questo gioco supera di gran lunga la trama, i misteri, gli inganni e il gameplay. Non è un caso se il titolo di entrambi i capitoli si basa sulla memoria e proprio questa trova le sue radici in quelli che scopriremo essere i traumi più profondi all’interno di ognuno di noi.

Traumi che lasciano ferite e annientano l’anima, fino a consumare ogni traccia delle persone che siamo state e che potremmo essere. Traumi che solo noi possiamo capire, solo noi possiamo seguire. Ferite e cicatrici che ci portiamo dentro e che sentiamo pulsarci in uno strato invisibile nascosto tra la pelle e l’anima. Nessuno potrà davvero mai vederli, nessuno potrà davvero capire cosa vuol dire andare a dormire tutte le sere distesi in un’anima che non saprà mai dimenticare.

Traumi che appartengono ad ognuno di noi, non condivisibili, né tantomeno esplicabili.

Another Code ci insegna che essi non sono nemmeno biasimabili. Che non esiste un trauma più reale di un altro, hanno tutti un unico punto in comune, un punto fisso da cui diramano tutti quei fili che arrivano a formare dei grovigli dentro di noi. La possibilità di poterci svegliare un giorno e scoprirli consumati tanto quanto loro hanno consumato noi, ci conduce infine al desiderio di vederli cancellati.

Vivendo questo viaggio nei panni di Ashley cammineremo a piccoli passi proprio all’interno di quel sogno. Un viaggio che ci porterà a scoprire che quei traumi non possono essere cancellati. Non basterà il coraggio, la determinazione o la scienza. Essi rimarranno lì. Ci scorreranno nel cuore e si pianteranno nelle ossa. Non si lasceranno cancellare.

Perché cancellare quei traumi significherebbe cancellare un po’ noi stessi.

Abbandonate imperfezioni e sbavature che, a voler essere fiscali, possono essere trovate in ogni videogioco, queste due Visual Novel meritano senza dubbio di essere giocate. Possono piacere o meno, un rischio in cui ogni gamer può incappare quando preme su “nuova partita” ma, come ogni stralcio del passato e della storia videoludica, sapranno sicuramente arricchire.

Martina Giansante

Considero me stessa una gamer fin da quando ho preso in mano un pad per la prima volta. Sono una ricercatrice videoludica, oggi anche un recensore, ma soprattutto sono una di voi.

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