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Pacific Drive – Recensione PC | Un viaggio elettrizzante

Pacific Drive è un viaggio elettrizzante

Gameplay - 8
Trama e narrativa - 7
Comparto audio - 9
Comparto tecnico - 8
Comparto estetico - 9

8.2

Pacific Drive sorprende nonostante si tratti di un gioco indie e non abbia avuto a disposizione budget immenso per la produzione. L'esperienza di gioco è piacevole e le poche pecche non riescono a scalfire il buon numero di aspetti interessanti di questo titolo.

Giusto qualche mese fa Pacific Drive si presentava al mondo con un elettrizzante trailer pubblicato sul canale youtube di Playstation. Il discusso gioco indie, sviluppato da Ironwood Studios, è stato successivamente rilasciato anche per piattaforma Windows, sulla quale lo abbiamo provato e recensito.

Già fin dalle prime immagini, accompagnate dalle note di Another Life dell’emergente e talentuosa band Jadu Heart, si percepivano sensazioni positive. Ad essere sinceri, ciò che maggiormente mi ha colpito del trailer, aldilà di una parvenza di gameplay interessante e delle scelte stilistiche curiose, è stata proprio la scelta del brano, per il quale nutro, e non lo nascondo, molta stima.

In un mondo post apocalittico, guidati da un’auto “chiacchierona”, tra tempeste, fulmini ed eventi soprannaturali, prende atto Pacific Drive: il miglior gioco indie che abbia avuto modo di provare nel corso della mia modesta esperienza.

Pacific Drive • Recensione PC

Trama e narrativa

La trama di Pacific Drive è interessante sebbene non sia molto semplice coglierne tutti i dettagli durante il gioco, complice la scelta di mantenere la lingua in Inglese senza alcuna traduzione per i dialoghi e tantomeno per i testi.

Nel lontano 1947, un’associazione governativa nota come ARDA iniziò a sviluppare delle tecnologie proprio nella penisola dove prende atto lo sviluppo degli eventi di gioco. Questa tecnologia, nota come LIM tech, che avrebbe dovuto rivoluzionare il mondo, crea invece più di qualche problema, costringendo il governo ad isolare tutta la penisola con delle mura di cinta alte fino 300 metri.

Nel 1998, il protagonista dell’avventura, si trova sulla penisola, all’esterno delle mura di cinta ma un evento soprannaturale lo trasporta dall’altro lato del muro, introducendolo dunque alla fase effettiva di gioco. A questo punto degli scienziati entrano in contatto con lui tramite la radio della Station Wagon protagonista del videogioco: i loro nomi sono Tobias, Oppy e Francis.

Tramite una lunga serie di eventi, con il supporto degli scienziati ed in particolare del garage “headquarter” messo a disposizione da Oppy, il protagonista si sposterà nelle varie aree del gioco sempre con l’obiettivo di sopravvivere e magari trovare una via d’uscita. L’esplorazione sulle aree della mappa sarà possibile esclusivamente grazie ad un dispositivo chiamato ARC messo a disposizione da Oppy, in grado di creare un gateway di teletrasporto al garage.

pacific drive Trama e narrativa

Le numerose ed impavide avventure da condurre insieme all’auto restano tutte la scoprire, ed è giusto fermarsi qui con le narrazioni per permettere a chiunque voglia provare il gioco di non perdersi alcun dettaglio.

Ad ogni modo la trama del gioco è sufficientemente approfondita, anche se per buona parte del gameplay si ha come l’impressione che non sia realmente quella la vera forza trainante del titolo, bensì gli aspetti più vincenti del gameplay.

Una delle problematiche probabilmente più importanti è la scelta di non inserire neanche dei dialoghi in lingua tradotta: sebbene le mie conoscenze della lingua straniera siano sufficienti, è anche vero che può risultare faticoso talvolta comprendere tutto a fondo, specialmente nei toni, nelle battute. Per i meno avvezzi potrebbe risultare praticamente impossibile seguire una trama post-apocalittica in una lingua straniera.

La narrativa è piacevole, sono curiosi i dialoghi via radio con gli scenziati, è piccante il gioco di botta-risposta, carico di ironia e momenti che allentano la tensione ma, ancora una volta, può essere difficile cogliere ogni singolo dettaglio a meno di una conoscenza avanzata della lingua inglese.

Con pregi e difetti, comunque, credo che gli aspetti narrativi di questo titolo siano sufficienti e che in realtà i veri punti di forza siano altri (il che non è necessariamente un problema). Basti pensare a quanti giochi storici (Pac Man giusto per citarne uno), hanno venduto milioni di copie seppur dotati di una trama pressoché inesistente.

Gameplay

Il Gameplay di Pacific Drive è uno dei punti di forza del gioco: sebbene si tratti di un indie, gli sviluppatori hanno saputo trovare vaste attività da inserire all’interno del contesto di gioco.

E’ anche vero che ci sono dei punti deboli in questo sistema, uno dei quali è la ripetitività degli eventi e delle meccaniche di gioco. Lo schema adottato da Ironwood studios funziona dunque ma non è esente da pecche o considerazioni.

Pacific Drive, probabilmente, è uno di quei giochi che ami o che ti annoia da morire: se passare tanto tempo a raccogliere risorse, quindi craftare, esplorare e poi ripetere spesso questa serie di eventi non è una cosa che ti fa saltare dalla sedia allora questo non è il gioco che fa per te. Io ho apprezzato a pieno il sistema di raccolta risorse, crafting, upgrade presente nel gioco: sono un fan dei giochi di sopravvivenza con meccaniche da roleplay.

pacific drive gameplay

Ciò che è veramente importante da sottolineare è che: Pacific Drive si basa su un sistema di gameplay a “sessioni”. Ogni qual volta inizieremo a giocare, dopo aver riparato l’auto e fatto la scorta di ciò che ci serve per la sopravvivenza, sceglieremo una meta e non potremo interrompere la sessione con un salvataggio durante il viaggio. Questa scelta di game design è stata successivamente rivista dagli sviluppatori che sono venuti incontro alle esigenze dei players con “meno ore per giocare a disposizione”.

Dal mio punto di vista è corretto lasciare una doppia possibilità: impostare il gioco di default con determinate impostazioni di game design ma permettere, tramite un giretto nei settings, di rendere il titolo alla portata di tutti. Qualora si volesse abbandonare una sessione, adesso, è anche possibile selezionare se gli oggetti raccolti debbano essere tenuti o persi del tutto.

Per meglio definire i vari aspetti del gameplay di questo titolo ho deciso di suddividere questa sezione in macro-aree di studio, così da potervi dedicare la giusta attenzione.

Come iniziare l’avventura? Beh, basterà semplicemente accedere alla stazione dei viaggi per selezionare la destinazione e successivamente la serranda del garage si solleverà per permetterci di partire!

Combat system, anomalie e nemici

Sebbene a primo impatto ci si aspetti diversamente, Pacific Drive non è dotato di alcun combat system: non vi è alcun modo per il giocatore di interagire con le anomalie che si presentano all’interno delle sessioni di gioco in maniera ostile.

Durante i primi minuti di gameplay, infatti, tutte le anomalie presenti in gioco destavano parecchia preoccupazione ai miei occhi, non capendo come dovessi affrontarle. In realtà, a ben vedere, l’unica cosa da fare in questa meccanica di gioco è evitarle o cercare di limitare i danni che possono recare. Il protagonista non può in alcun modo affrontare attivamente le anomalie.

pacific drive gameplay

Questa è stata una delle poche “delusioni” ricevute durante l’esperienza di gioco: se inizialmente le anomalie contribuivano a conferire al titolo una grande atmosfera horror/thriller, col passare del tempo mi sono presto reso conto che talvolta queste siano molto meno preoccupanti di quanto si potesse pensare. Credo che per fare il salto di qualità questo titolo avrebbe dovuto implementare anche un sistema di combattimento, seppur basico, ed una maggiore dinamicità delle anomalie presenti nel gioco.

Sistema “roleplay”

Il marchio di fabbrica di Pacific Drive ruota intorno ad un sistema di gioco Roleplay. E’ necessario, innanzitutto, specificare come le avventure del protagonista prendano luogo in un open world.

All’interno della mappa di gioco è possibile, tramite le attrezzature adeguate, raccogliere risorse che saranno poi utili per il crafting di oggetti tra cui compaiono: potenziamenti per la macchina, strumenti, consumabili e componenti per la ricerca di blueprints.

Ciò su cui vorrei in particolar modo soffermarmi è il sistema di ricerca e di progressione basato su Blueprints: i players veterani di Rust avranno già un’idea di cosa si stia parlando. Di fatti, con un sistema che ricorda parecchio dal punto di vista grafico quello adottato in Rust nelle prime versioni del gioco, su Pacific Drive è possibile utilizzare una macchinario per effettuare ricerche che consentono di progredire nel gioco. Per poter effettuare le ricerche è necessario spendere una “valuta” di gioco che sarebbe l’energia, questa può essere di tre tipologie diverse: stabile, instabile e corrotta.

pacific drive stazione ricerche
Stazione di ricerca

Chiaramente le ultime due menzionate sono più difficili da ottenere ma permettono di ricercare blueprints più avanzati e che danno maggiori vantaggi. Queste ricerche consentono di apportare in maniera diretta o meno vantaggi alla propria autovettura.

Il sistema di crafting è ben organizzato, semplice ed intuitivo ed avviene tramite il banco da lavoro: qui è possibile in funzione dei materiali posseduti, realizzare tutto ciò che può essere utile al protagonista di quest’avventura. La raccolta dei “materiali” necessari per il crafting è, come già detto, legata all’esplorazione.

C’i ‘è poi la Tinker station (che scopriremo nel dettaglio nel paragrafo a seguire).

Quirks

quirks pacific drive

Man mano che l’auto subisce danni in Pacific Drive, potrebbe iniziare a sviluppare delle stranezze dette “quirks” che dovrai riparare presso una stazione di riparazione. Le stranezze possono essere ad esempio il cofano che si apre in retromarcia o gli sportelli che non si chiudono.

Esiste all’interno dell’headquarter una Quirk station che permette, quando vengono indovinate le combinazioni dei vari eventi, di risolverli e rimuoverli dall’autovettura.

La stazione ci fornirà informazioni sulle combinazioni guidandoci verso la scelta delle voci corrette. Chiaramente il metodo migliore per risolvere i quirks è monitorare il comportamento dell’autovettura durante le sessioni di gioco.

Missioni primarie

Le missioni primarie che si alternano in Pacific Drive non sono particolarmente impegnative in termini di difficoltà ma sono piacevoli da affrontare e si inquadrano perfettamente nello schema di gioco.

L’obiettivo finale di queste missioni è permettere al protagonista di uscire dalla zona circoscritta e per farlo dovrà innanzitutto esplorarla a pieno.

Comparto audio

Il comparto audio di Pacific Drive è uno dei migliori che abbia avuto modo di provare nel corso degli anni. Questo è un gioco che fa dell’esperienza il punto cardine e, dunque, non poteva mancare un suono immersivo e di buon livello.

In termini audio, a ben vedere, Ironwood ha fatto una gran scelta fin dai primi momenti, quando ha selezionato un brano dei Jadu Heart per il trailer del videogioco. Trattandosi di una band emergente e non molto conosciuta, che produce musica dal gusto ricercato, questo ha facilmente attirato la mia attenzione.

All’interno del gioco l’audio è ben realizzato, nel contesto delle foreste, dei temporali, dei movimenti e dei suoni ambientali tutto calza a pennello e contribuisce sensibilmente a restituire un’atmosfera in linea con il mood del gioco.

Comparto estetico

pacific drive comparto estetico

Il comparto estetico di Pacific Drive è eccellente. Ad essere sincero lo è non tanto per le ambientazioni che sono comunque ottime e per la qualità riposta nei poligoni o nei modelli tridimensionali; ciò che rende distinguibile e di ottimo gusto questo titolo sono le scelte effettuate in termini di HUD: tutto quel mix di grafiche dal gusto retro e post-apocalittico che valorizzano sempre di più le meccaniche roleplay del gioco.

Il lavoro svolto dagli sviluppatore è, anche in questo caso, curato nei minimi dettagli. Riflettendo a freddo su ciò che questo gioco mette a disposizione in termini estetici ho come l’impressione che, nonostante si tratti di un gioco indie, dunque con budget limitato, l’amore che è stato riposto nello sviluppo del titolo abbia compensato il problema delle “basse risorse”.

In ambito marketing diremmo che un’impresa ha un branding forte anche quando la sua immagine coordinata è di buon livello. Questo concetto è riproponibile anche per Pacific Drive, dove l‘estetica è curata, coordinata e non vi sono sbavature o punti negativi da menzionare (quantomeno sotto l’aspetto correntemente in esame).

Comparto tecnico

pacific drive comparto tecnico

Riguardo il comparto tecnico non abbiamo particolari significativi da menzionare: nei primi giorni di gameplay si è verificato di rado qualche rallentamento (fps drop), credo tempestivamente risolto con la patch successiva al lancio.

Il gioco su PC non presenta problematiche prestazionali dovute ad un cattivo sviluppo del codice.

Uno dei vantaggi di questo titolo è che la grafica in stile “cartoon” non è particolarmente esigente in termini di richiesta per la nostra GPU e potremo dunque godere di questo titolo anche su PC con hardware non molto aggiornato o di fascia medio-bassa.

Pacific Drive | Verdetto

Pacific Drive è un gioco che lascia un bel segno: può essere paradossale ma è uno dei titoli che giocherei per rilassarmi, nonostante la componente horror presente al suo interno.

Nella mia breve esperienza posso assicurare che sia il miglior gioco indie che abbia provato.

Ho amato l’art design dietro ogni singola componente di questo gioco, come ho amato anche le meccaniche roleplay. Può essere un titolo noioso per una parte di videogiocatori ma estremamente piacevole per un’altra porzione.

Aldilà dei gusti, comunque, Pacific Drive è un titolo solido, con buone idee, poche pecche, uno studio estetico degno di nota e soprattutto nessun problema tecnico di performance, ed è per questo che passa il nostro test a pieni voti!

Luca Storia

Luca Storia è un professionista altamente versatile, noto per essere il Founder di diversi progetti digitali di successo, un impegno a tempo pieno che ha portato avanti con dedizione per numerosi anni. La sua expertise abbraccia diverse aree: oltre a supervisionare il programma editoriale dell'intera redazione, eccelle nelle pubbliche relazioni ed è un esperto in ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). Inoltre, dimostra un'incredibile abilità nella creazione di contenuti, sfruttando la sua formazione in fotografia, grafica tradizionale o vettoriale, e video-making.Questa variazione della frase originale ha lo scopo di fornire una descrizione più dettagliata delle competenze e delle attività di Luca Storia.

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