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Assassin’s Creed Mirage • Recensione PS5

ASSASSIN'S CREED TORNA AI VECCHI FASTI E, NEL BENE E NEL MALE, RIESCE A CONFEZIONARE UN'ESPERIENZA SOLIDA

Trama e narrativa - 7
Gameplay - 7.5
Comparto estetico - 8
Comparto tecnico - 8
Comparto audio - 8

7.7

Assassin's Creed Mirage si dimostra un bellissimo omaggio al passato dal quale purtroppo eredita anche qualche problematica. Nonostante tutto, l'opera funziona e diverte, anche se non sconvolge. Speriamo di vedere nuovamente altri progetti del genere da parte di Ubisoft, magari con un po' più di coraggio.

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Originariamente pensata come spin-off della serie Prince of Persia, la saga di Assassin’s Creed è riuscita non solo a soppiantare quella del Principe, ma ha anche trainato gli interessi di Ubisoft nella scorsa decade, trasformando l’azienda francese in una delle software house più grandi attualmente sul mercato.

Nel bene e nel male, Assassin’s Creed ha infatti influenzato l’intera industria videoludica, ma il successo ottenuto ha presto condotto la serie verso un periodo di stasi creativa dalla quale aveva bisogno di uscire. La soluzione venne trovata nel 2017 con Assassin’s Creed Origins, che trasformò il brand in un action-RPG.

Per quanto questa scelta abbia di certo giovato alla rinascita economica, attirando con sé un nuovo tipo di pubblico, non tutti i vecchi fan hanno condiviso lo stesso entusiasmo, i quali hanno presto dimostrato il loro malcontento chiedendo ad Ubisoft un titolo che potesse riportare in auge i fasti di un tempo.

Ecco dunque spiegata la ragion d’essere dietro Assassin’s Creed Mirage.

Vivere secondo il Credo

Il titolo in questione era stato ideato come DLC di Assassin’s Creed Valhalla (con il quale infatti ne condivide lo scheletro), ma successivamente si optò per la creazione di un progetto a se stante che venisse incontro alle esigenze dei fan. Ubisoft Bordeaux ha così colto l’occasione per omaggiare non solo la serie, ma nello specifico quel primo capitolo che nel lontano 2007 ci fece immergere in uno degli universi videoludici più affascinanti di sempre.

Assassin’s Creed Mirage resta comunque un progetto minore, ma ciò non significa che il lavoro svolto sia stato superficiale ed anzi, nonostante qualche errore di percorso, ha persino suscitato in noi il desiderio di vedere altri lavori di questo genere, donandoci nuovamente quella speranza che da anni era quasi del tutto svanita.

Possiamo insomma proclamare il tanto agognato ritorno di Assassin’s Creed, anche se vi è un prezzo da pagare.

Trama e narrativa

Assassin's-Creed-Mirage-Trama-e-narrativa

Assassin’s Creed Mirage si pone come soft-prequel di Valhalla, andando ad esplorare la vita di Basim Ibn Ishaq antecedente il suo pellegrinaggio in Scandinavia. L’ambientazione scelta per questo capitolo è la Bagdhad del IX secolo in piena espansione grazie al dominio del califfato Abbaside, il quale aveva dato i natali alla città circa un secolo prima al fine di farne un nuovo centro di potere.

Dapprima seguiremo il giovane protagonista mentre si guadagna da vivere come ladruncolo tra le vie della città, per poi vederlo fare ufficialmente il suo ingresso nell’Ordine, diventando così un Occulto (questo perché il termine “assassino” storicamente non era ancora stato coniato).

L’obiettivo sarà dunque quello di eliminare i membri dell’Ordine degli Antichi (i futuri Templari) che in segreto governano la città, opprimendo il popolo e cospirando da dietro le quinte per tenere gli organi governativi sotto il loro dominio.

Per quanto le premesse risultino interessanti ed il prologo abbia un certo impatto (anche se forse un po’ troppo affrettato in certe dinamiche), la parte centrale delle vicende risulta in generale priva di spessore con pochi momenti davvero brillanti, per poi riprendersi, sorprendentemente, nell’ultimo atto.

Quello che manca ad Assassin’s Creed Mirage è insomma la volontà di osare, di andare oltre la mera esposizione di cospirazioni per presentare personaggi che abbiano reali motivazioni. Tutti i bersagli infatti risultano, in buona parte, privi di spessore, come se fossero solo delle maschere senza un’identità che ne dimostri una profondità psicologica o emotiva.

Qualche missione di indagine in più avrebbe sicuramente giovato al tutto, dando il giusto tempo alla scrittura di esplorare sia i personaggi, che i loro reali obiettivi.

Meglio riuscita è invece la caratterizzazione dello stesso Basim, la quale appare abbastanza omogenea per tutta la durata delle vicende, anche se qualche momento di introspezione psicologica in più avrebbe sicuramente impreziosito un personaggio che risulta ugualmente affascinante.

Tutto ciò è infine guidato da una regia in linea di massima molto basilare, con poche cutscenes capaci di abbracciare con decisione un’impostazione più cinematografica. Niente che rovini l’esperienza chiaramente, ma una maggior cura sarebbe stata alquanto gradita viste anche le modeste dimensioni del progetto.

È un peccato insomma che in Assassin’s Creed Mirage manchi proprio quell’introspezione e quella filosofia che ha caratterizzato molti capitoli della serie, rendendo la narrazione si piacevole, ma mai memorabile.

Gameplay

Assassin's-Creed-Mirage-Gameplay

Il ritorno alle origini professato dal titolo si avverte soprattutto nel gameplay, elemento che aveva assunto le maggiori trasformazioni con la deriva RPG, ma che adesso è decisamente tornato alla sua forma originale.

Iniziamo questa analisi evidenziando come la mappa di Mirage sia decisamente più piccola rispetto a quella dell’ultima trilogia (con mio sommo piacere), in quanto comprendente solo la città di Baghdad ed i suoi dintorni, senza perdersi in inutili regioni prive di contenuti importanti.

Ciò ha dunque permesso agli sviluppatori di lavorare non solo nei confronti del level design (che stavolta si sviluppa anche in verticale), ma anche e soprattutto sul parkour, il quale, finalmente, torna ad essere uno strumento fondamentale nelle mani del giocatore.

Per quanto Basim condivida infatti molti movimenti ed animazioni basilari con Eivor (la protagonista di Valhalla), questi è decisamente più rapido e slanciato della vichinga, restituendo quel senso di agilità tipica degli Assassini, anche se in parte permane quella “pesantezza” ereditata dal capitolo precedente.

A seguito di ciò, fanno il loro ritorno i classici percorsi sui tetti che rendono possibile attraversare l’intera città senza toccare terra, così come i diversi strumenti utili a mantenere la fluidità della corsa (come funi, ganci con i quali voltare l’angolo e delle nuove aste per superare baratri eccessivamente grandi).

Sistema stealth

Assassin's-Creed-Mirage-Gameplay-3

Oltre al parkour, Mirage riporta in auge un altro elemento essenziale di Assassin’s Creed: lo stealth. Quest’ultimo è infatti l’elemento principiale attorno al quale ruota tutto il gioco e proprio in virtù di ciò esso è stato anche colui che ha ricevuto le maggiori attenzioni.

Tornano fortezze da espugnare piene di guardie, chiavi da recuperare, entrate segrete e opportunità d’infiltrazione. Tutti questi elementi danno poi il meglio di sé nelle missioni sandbox, che coincidono con i maggiori bersagli da assassinare.

Ognuna di queste sarà diversa dalle altre, con varie opzioni messe a disposizione del giocatore che dunque potrà scegliere l’approccio che più preferisce, donando così anche ad un’alta rigiocabilità al titolo (adesso edulcorata grazie al New Game Plus).

Oltre a potersi accovacciare, nascondersi tra i cespugli o mimetizzarsi tra la folla, Basim avrà a sua disposizione diversi strumenti (quali bombe fumogene, pugnali da lancio, trappole, etc.) che gli daranno un certo vantaggio durante le sue missioni e consentiranno al giocatore un’adeguata libertà ludica. Da menzionare poi gli alleati da assoldare tramite monete speciali, recuperabili tramite borseggio o completando vari incarichi.

Ancora una volta però questo intero meccanismo viene, almeno in parte, compromesso da un’intelligenza artificiale molto elementare, se non addirittura sciocca. Le guardie infatti saranno poco reattive e difficilmente indagheranno a fondo per trovare il giocatore, sminuendo così l’ottimo lavoro eseguito sull’equipaggiamento e sul level design.

Tutto ciò non rovina comunque l’intrattenimento offerto ed infatti Assassin’s Creed Mirage dimostra proprio qui il suo talento.

In base alla platealità delle azioni potrà infine aumentare la notorietà che sarà meglio tenere a bada al fine di evitare un aumento delle guardie e della loro vigilanza. Per diminuire la fama del protagonista basterà, come al solito, rimuovere dei manifesti o corrompere un banditore. Degna di menzione a tal proposito è la reazione degli NPCs, i quali riconosceranno l’identità del giocatore reagendo coerentemente alla situazione.

Le stesse belle parole non possono purtroppo esser spese per il sistema di combattimento, che invece soffre di problematiche ben più evidenti.

Combat system e progressione

Assassin's-Creed-Mirage-Gameplay-2

Quest’ultimo infatti è forse la più grande mancanza del titolo ed un enorme passo indietro anche rispetto al suo predecessore.

Basim avrà a disposizione solo una spada ed un pugnale e l’intero combattimento sarà essenzialmente counter based (ovvero basato principalmente sul contrattacco), in quanto unica mossa efficace contro la maggioranza dei nemici.

La ragiona di ciò sta nel fatto che ai nostri attacchi non corrisponderà mai un feedback adeguato dei colpi rendendo le nostre azioni offensive prive di profondità, la quale non potrà esser compensata nemmeno dalla buona varietà di nemici.

È vero che questo è un modo implicito per spingere il giocatore ad agire furtivamente, ma per quanto si possa comprendere una tale ragione, ciò non giustifica la poca cura riposta nel combattimento.

A completare il tutto vi è poi un efficace sistema di progressione, suddiviso tra abilità (organizzate nei classici skill trees) e potenziamenti dell’equipaggiamento, questi ultimi attuabili grazie alle varie risorse messe a disposizione e che vedranno coinvolti, oltre agli strumenti, anche gli abiti e le armi, i quali godranno così di piccoli bonus passivi.

In Assassin’s Creed Mirage fanno ritorno anche i contratti, che, oltre ad offrire diverse missioni interessanti, premieranno il giocatore con denaro e materiali per il potenziamento. A questi si affiancano le “storie di Baghdad” (quest che ti terranno impegnato per una manciata di minuti al massimo) e la raccolta di diversi collezionabili, alcuni dei quali offriranno un interessante retroscena storico sulla società Abbaside del IX secolo.

Nonostante qualche evidente problematica, a livello meramente ludico Mirage offre il giusto grado di intrattenimento. Sicuramente poteva esser fatto di più sotto alcuni aspetti, ma il prodotto risulta comunque solido e, alle volte, questo può anche bastare.

Comparto estetico

Assassin's-Creed-Mirage-Comparto estetico

Se c’è un elemento in cui la saga non ha mai dato segno di debolezza, questo è senza dubbio la riproduzione delle ambientazioni storiche ed anche questa volta possiamo affermare, con nostro sommo gaudio, come Ubisoft abbia nuovamente centrato il bersaglio.

La Baghdad che ci troviamo ad esplorare è infatti non solo estremamente piacevole da navigare, ma anche abbastanza varia nelle sue strutture. Ogni suo distretto ha infatti un’estetica propria che si riflette tanto negli edifici, quanto nelle persone che lo popolano. Non mancano poi luoghi d’interesse che permettono alla splendente capitale di distinguersi dalle precedenti locations.

Bazar, fontane, piazze ed imponenti edifici saranno sempre intorno a te, fondendo gloriosamente la realtà storica con quella più letteraria delle “Mille e una Notte“. La città è inoltre impreziosita dalle piccole interazione dei passanti (come bambini che giocano con l’acqua o mercanti che cercano di vendere la propria merce), dando così la giusta vitalità all’ambientazione.

Da segnalare poi la presenza di un filtro “classico” che permetterà di giocare con la palette di colori del primo Assassins’s Creed.

Comparto tecnico

Assassin's-Creed-Mirage-Comparto-tecnico

Le dimensioni ridotte del titolo hanno sicuramente aiutato il team in fase di pulizia ed in effetti l’avventura di Assassin’s Creed Mirage si è dimostrata abbastanza immacolata, con pochissimi bug e glitch che comunque non hanno compromesso la qualità del lavoro.

Su Playstation 5 il titolo gode inoltre di due modalità grafiche: prestazioni e qualità. La prima va chiaramente ad aumentare il frame rate portandolo a 60, mentre la seconda predilige la qualità visiva a discapito del frame rate, ancorato a 30 FPS.

Entrambe le opzioni si sono dimostrate solide e senza intoppi, ma questo è probabilmente anche dovuto alla natura cross-gen del titolo, che ne ha limitato il potenziale espressivo per ovvie ragioni.

Resta comunque il rammarico nel vedere un prodotto che non può sfruttare il pieno potenziale dell’attuale generazione di console, ma quello che ci troviamo difronte è senz’altro un ottimo lavoro con poche sbavature.

Comparto audio

Assassin's-Creed-Mirage-comparto-audio

Anche dal punto di vista sonoro l’ultima opera di Ubisoft si difende molto bene, grazie all’uso di strumenti, accordi e cori che ben richiamano l’oriente islamico. Tra gli ottimi brani della colonna sonora vi sarà chiaramente anche il tanto amato “Ezio’s Family“, riarrangiato per l’occasione e ormai divenuto il main theme della saga da diversi anni.

Oltre che della colonna sonora, Mirage si prende cura anche della sonorizzazione ambientale, riuscendo ad esaltare ancora di più il contesto storico nel quale vuole farci immergere. I suoni della città infatti avvolgeranno continuamente il giocatore, come se camminassero insieme a lui.

Il comparto sonoro è infine accompagnato da un ottimo doppiaggio in italiano, ma anche quello originale si difende piuttosto bene, rendendo piuttosto ardua la scelta.

Assassin’s Creed Mirage • Verdetto

Assassin's-Creed-Mirage-Verdetto

Assassin’s Creed Mirage farà sicuramente la felicità dei veterani della saga, che si ritroveranno per le mani un prodotto familiare tanto nei pregi quanto nei difetti.

Per quanto il titolo diverta e sia generalmente ben confezionato, è impossibile non rammaricarsi per un prodotto che chiaramente non ha espresso tutto il suo potenziale latente. Una storia più curata sotto certi aspetti ed un combat system più profondo avrebbero elevato ulteriormente la qualità della produzione, la quale resta comunque molto buona.

La saga è ben lungi dal terminare, visto che apparentemente vi sono diversi progetti all’orizzonte, ma la nostra speranza è quella di vedere un maggior impegno da parte di Ubisoft nel controllo qualitativo generale; la volontà di rilasciare molti prodotti non ne giustifica infatti la scarsa qualità.

Mirage potrebbe dunque essere il primo di una serie di progetti minori che ricalchino maggiormente le orme dei primi capitoli, al fine di confezionare avventure più piccole ma con un focus maggiore. Se ciò dovesse rivelarsi vero, siamo ben lieti di annunciare la buona partenza. Speriamo solo che gli errori di oggi non diventino i vizi di domani.

Giuseppe Saija

Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Filosofiche, ho deciso di mettere la mia conoscenza al servizio della mia passione più grande: il videogioco. Questo infatti si è dimostrato un fenomeno estetico complesso ed affascinante, una dimostrazione empirica di come l'aisthesis sia la chiave di studio che meglio può documentare il valore di questa nuova forma d'arte.

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